Querceta

Alfieri Tessa

Alfieri Tessa Alfieri Tessa nasce nel Comune di Stazzema il 20 aprile 1921. Alla data di inaugurazione di questo sito web,dunque (2 marzo 2012), avrà compiuto 91 anni e vive, in dignitosa riservatezza, nella sua casa alla Colombaia, località nella campagna fra Pozzi e Querceta, con la moglie Anna ed il figlio maggiore Paolo; la figlia minore invece, Alessandra, biologa, vive e lavora come tale a Roma.

Per il mondo del Palio, delle Contrade, ed anche per altre realtà, Alfieri ha sempre rappresentato un valore aggiunto che in molti hanno potuto apprezzare.

Anzitutto, è l’autore dei gonfaloni del Palio: ne ha dipinti ben cinque. Il primo, ovviamente, nel 1956, ed ha accompagnato le vittorie delle Contrade sino al 1964; il secondo, commissionatogli sempre dalla Pro Loco, è stato “in vigore” dal 1965 al 1998; infine, dal 1999 ad oggi, le Contrade fanno annualmente sfoggio dell’attuale stendardo. A questi cimeli, va aggiunto lo stendardo, elaborato in doppio originale che dipinse nel 2005 in occasione del Palio dei Palii (Palio straordinario in occasione del cinquantesimo Palio dei Micci, corso nel settembre di quell’anno). Rimanendo nell’ambito pittorico, la Pro Loco gli ha commissionato, e lui ha dipinto, alcuni tra i primi gagliardetti destinati alla Contrada vincitrice del Festival del Miccio Canterino, la cosiddetta Lira d’Oro

Alfieri Tessa In ambito contradaiolo è ricordato per essere stato, assieme al cav. Giocondo Landi, co-fondatore della Contrada della Madonnina dei Pagliai. Per essa ha realizzato un po’ di tutto costituendone per anni  punto di assoluto riferimento.

Altre realtà hanno comunque potuto saggiare la sua maestria, come ad esempio il Carnevale Seravezzino, che lo ha visto per tanti anni autore e realizzatore di carri allegorici spesso premiati con il primo posto di quella speciale classifica.

Però, se queste eccellenze lo hanno fatto emergere dalla massa, non rappresentano che un’inezia rispetto alla scelta che fece poco più che ventenne.

Dopo l’8 settembre del 1943 infatti, con l’armistizio, la sua coscienza gli impose di non restare indifferente innanzi all’occupazione nazi-fascista, e si unì, anche qui distinguendosi per valore, alle truppe partigiane: una scelta che, già da sola, vale una vita.

LG/