Querceta

Villa Buon Riposo

Villa Buon Riposo facciata principale

Sulla via che da Ripa porta a Pozzi, oggi denominata via Guicciardi, poco oltre l'edificio oramai fatiscente di quello che fu il cinema "Moderno" (per internderci, il cinema del "Poggione", derivando il nome dalla località) troviamo, sul lato a mare il rediduale terreno del "Buon  Riposo" su cui troneggia centralmmete, con accesso principale da via San Cristoforo, l'omonima villa. I terreni di questo territorio, un tempo molto vasto, erano coltivati soprattutto ad olivo, le cui piantagioni, gli oliveti, vi regnarono sovrani sino alla prima guerra mondiale, quando, per motivi di mero interesse furono abbattuti senza essere peraltro avvicendati da colture altrettanto redditizie data l'aridità e composizione del terreno che si presentava e si presenta molto sassoso.

La villa, di gran lunga il più grande edificio del circondario, è composta da molte stanze e presenta, sia nella parte anteriore che in quella posteriore due ampie aperture adatte ed utilizzate, un tempo, per entrarvi ed uscirvi con la carrozza. Si giunge all’ingresso principale percorrendo un'allea di olivi e sul lato destro troviamo un fabbricato anticamente in uso ad attività economiche, tra le quali una fabbrica di cera. L'ala opposta, invece, ospitava una grande stalla equina. Non è certa la data esatta di edificazione, tuttavia, si può ragionevolmente presumre che risalga alla metà del XVII secolo.

Villa Buon Riposo giardino

Apparteneva alla nota e facoltosa famiglia Angiolini di Seravezza. Il Santini scrive che servisse per la villeggiatura invernale.

Personaggio di spicco di questa famiglia, originaria di Minazzana, fu Luigi Angiolini, nato a Seravezza nel 1750, ministro plenipotenziario, a Parigi, del Granduca Ferdinando III. In quel contesto ebbe modo di incontrare e quindi di conoscere anche Napoleone, Primo Console. In alcuni di questi frangenti, trovò modo di esporgli una sua idea circa uno scambio di territori tra Venezia e l’Austria. Da ricordare inoltre i buoni e cordiali rapporti con Giuseppe Bonaparte. Degno di nota, infine, il suo incarico a Roma presso la Santa Sede, sempre per conto al Granduca di Toscana Ferdinando III.

Trascorse l’ultimo periodo di vita dedicandosi alla coltivazione dei propri terreni di Pozzi. Fu proprio da quel momento che la villa prese il nome di villa del "Buon Riposo". In precedenza, va ricordato, veniva comunemente indicata come la villa di "San Cristofano". Tuttavia, sia per la personalità che per la rinomanza che ebbe l’Angiolini, la popolazione prese a chiamarla ed indicarla per lungo tempo anche come la “Villa del Cavaliere”. Tutt'oggi, aggirandosi per questi luoghi, non è difficile imbattersi in qualche anziano che la indichi ancora con questo appellativo.

Abitarono stabilmente in villa, a partire dal 1811, anche la figlia Luisa Sofia (Luisetta), nata a Parigi nel 1802, la moglie Caterina Bresciani di Pietrasanta, e la nonna paterna. A costoro si unì permanentemente anche il pittore svizzero Carlo Muller , rientrato con l'Angiolini da Parigi. Il Muller diventò poi l’amministratore del suo patrimonio. Ebbe molte persone al suo servizio e nei suoi terreni trovavano facile pascolo grandi greggi di pecore merinos importate direttamente dalla Spagna. Si dedicò inoltre, con apprezzabili risultati alla produzione di miele e, naturalmente, a quella dell'olio d'oliva che curava personalmente.

Morì inaspettatamente al "Buon Riposo", all'età di 71 anni, il 14 luglio 1821. Salendo in carrozza per poi recarsi a Firenze, dove interessi vari reclamavano spesso la sua presenza, si accasciò al suolo stroncato da un malore. Pur frequantando Corti anche molto importanti, non fu mai un "cortigiano" e sebbene i venti di quel tempo spirassero turbinosi, li visse con estrema dignità lasciando di sè un buon nome.

Villa Buon Riposo esterno giardino

LUISA SOFIA (La Signora Luisetta)

Dopo la morte del padre e fino alla maggiore età, la figlia Luisa  ebbe come tutori Onorato Canci di Pozzi ed il marchese Silvestro Ponticelli di Pietrasanta. Nel 1823 convolò a nozze, nella chiesa di Vallecchia, con Antonio Gherardi, tenente d'artiglieria granducale in servizio a Pietrasanta. Questi, subito dopo il matrimonio, chiese ed ottenne dal Tribunale di Pietrasanta di unire al proprio cognome quello della moglie: la famiglia divenne, così, Gherardi Angiolini.
In casa Gherardi Angiolini si parlava spesso con ampia cerchia di amici e conoscenti, di arte, letteratura e anche di politica. Emblematico fu ciò che Bernardo Sancholle Henraux scrisse di Luisetta: che aveva cioè ereditato dal padre “il fascino e la finezza di spirito nell’amore verso l’Italia, riunendo al Buon Riposo tutti coloro che ne sognavano l’unità, tenendo la parte di confidente ed intermediaria nell’organizzazione dei patrioti di quell’epoca”.

La signora Luisetta seppe comunque creare, nella villa, un'atmosfera talmente piacevole e cordiale che non mancò la frequentazione di letterati, artisti ed altre persone di rango superiore alla media. Carlotta Bonaparte, scrivendole, asserì: “Se il paese in cui abitate non fosse dei più bellivoi sola bastereste per renderlo piacevole ed augurarci di tornarvi presto”. Per questa diffusa piacevolezza, vi trovarono ospitalità molte e molte personalità. Per citarne alcune: Massimo D’Azeglio e Pietro Giordani; lo storico Vincenzo Santini; i fratelli Bichi; l’ingegner Marco Borrini; G.B. Alessandro Henraux; Carlo Poerio; Michele Carducci (padre di Giosuè); nonché una lunga serie di napoleonidi. In buona sostanza, con la Signora Luisetta si consolidava il rapporto familiare che si era sviluppato tra suo padre e i Bonaparte.

 

DALLA SIGNORA LUISETTA AI GIORNI NOSTRI

Luisa Sofia ebbe sette figli, tra i quali: Luigi Camillo (1824), Cesare Ernesto (1827), Alba Giulia (1832) e Antonio (1833), gli unici che vissero e morirono a Pozzi. Ebbe vita breve e morì, nel 1844, all’età di soli 42 anni. Avvenne così la frammentazione del patrimonio di famiglia. Rimase intatta solamente la proprietà del Buon Riposo. Questa infatti, alla morte di Luisetta, andò al primogenito Luigi Camillo, che diventò avvocato e sposò Eugenia Canci di Livorno. Da questi nacquero due figli: Edmondo ed Ernesto (quest'ultimo "volontario" di Garibaldi a soli 14 anni; morì però, poco dopo, al "Buon Riposo"). Edmondo sposò Francesca Bresciani di Pietrasanta e dalla loro unione nacque Luigi: il cav. Luigi Gherardi Angiolini, l’ultimo con questo cognome prestigioso.

Il cav. Luigi visse alla villa, scapolo, assistito solamente dalla donna di servizio, Teresina, che gli restò vicino sino alla morte, sopraggiunta all'età di 71 anni, nel 1962. Nel frattempo la proprietà era passata al ragioniere Giuseppe Pellizzari, di Seravezza. Venne poi frazionata per permettere la costruzione sia di edifici d'abitazione popolare, che di case private, nonché per la costruzione dell’attuale campo sportivo, anch'esso denominato del "Buon Riposo". La villa ed il terreno residuale che la circonda, invece, furono acquistati dalla famiglia Bagni (oggi, Bagni Amadei), che ancora li detiene attuando una paziente quanto meritoria opera di restauro e risanamento generale, cullando l'ambizioso sogno di realizzare, in buona parte della villa, un museo.

fonte: “Pozzi”, di Giorgio Salvatori – ed. Massarosa 

foto: Francesca Neri

LG/